GRAPPA SANTA MASSENZA
La grappa è un distillato di vinacce
Si chiamano vinacce la massa solida che si ricava dall’uva e sono composte da graspi, bucce, vinaccioli, sostanze organiche, minerali e una modesta percentuale di materie cellulose della polpa, di tartariche e cellule di fermenti.
L’Unione Europea ha riconosciuto all’Italia l’esclusività del nome grappa.
L’operazione principale della distillazione delle vinacce, per la creazione della grappa, consiste nel cosiddetto taglio di “testa” e di “coda”, cioè nell’eliminazione delle parti estreme del distillato che sono ricche di metanolo, dannoso alla salute dell’uomo, mentre la parte centrale, quella che normalmente viene chiamata “cuore”, è la più pregiata, e proprio nel saper cogliere questo “cuore” sta l’abilità dei distillatori.
L’alambicco, l’apparecchio utilizzato per l’operazione di distillazione della grappa, è costituito: dalla caldaia che viene riempita di vinaccia e viene esposta al fuoco, dal “Duomo”, strumento posto sopra la caldaia che, secondo le località, ha un nome differente. Da questo strumento parte il condensatore, un tubo di rame a serpentina immerso nell’acqua fredda.
usano l’alambicco di rame discontinuo
L’alambicco utilizzato da Giulio e Mauro è l’alambicco più antico ancora in produzione a Santa Massenza. Si tratta di un alambicco in rame discontinuo, che risale agli inizi del 1900: caricata la caldaia, estraggono gli aromi e l’alcool, conservano il cuore, scartano testa e coda, poi, una volta svuotata la caldaia, ricominciano da capo. Per questo si parla di distillazione “discontinua”, il sistema di riscaldamento della caldaia è a bagnomaria. Grazie a questi accorgimenti ed usando vinacce selezionate “non spremute” la grappa prodotta non ha bisogno di correzioni se non di una diluizione del tenore alcolico, ed è per questo senz’altro il distillato più ecologico, quello che maggiormente evoca la natura e la terra. In essa c’è solo l’aroma dell’uva.